Coronaviurs, perché l’Italia ha così tanti morti? Le ipotesi al vaglio degli esperti e le differenze apparenti con gli altri paesi.
Emergenza coronavirus, perché in Italia ci sono così tanti morti? La domanda continua a rimbalzare – senza una risposta univoca – sui media, sui giornali, nelle case. Tutti se lo chiedono. Perché muoiono così tante persone? Siamo solo in una fase più avanzata rispetto al resto dell’Europa o anche alla fine dell’emergenza manterremmo il triste primato per quanto riguarda il numero dei decessi?
Le ipotesi
La domanda non ha una risposta perché di risposte valide ce ne sono tante, forse anche troppe. Ci muoviamo – è doveroso dirlo – nel campo delle ipotesi. Idee e tesi che sono state presentate nel corso di queste settimane durante le quali in tanti hanno provato a lasciare il segno, a dire la propria, magari nella speranza di fare la propria parte. In alcuni casi solo per criticare, magari in maniera anche costruttiva. In qualche modo.
Emergenza coronavirus, perché l’Italia ha così tanti morti?
Ma questo non è il tempo delle critiche e delle polemiche, quello arriverà. Questo è il momento del dolore per le vittime del coronavirus che continuano a moltiplicarsi di ora in ora.
Stando ai dati del 25 marzo, in Italia il tasso di mortalità ha raggiunto il dieci per cento delle persone contagiate contro il quattro per cento circa registrato negli altri paesi dove il coronavirus ha assunto un carattere emergenziale.
Il calcolo e la media età
Il primo dato utile a comprendere il divario è legato al fatto che con ogni probabilità in Italia i dati sono sovrastimati. Rispetto ad altri paesi includiamo nel computo dei decessi le morti per e con coronavirus, mentre altri Stati contano solo i primi. E la differenza è sostanziale. Inoltre in Italia si farebbero pochi tamponi. Se se ne facessero di più aumenterebbe il numero complessivo dei contagiati e con ogni probabilità il tasso di mortalità sarebbe sensibilmente più basso.
Purtroppo sul dato dei decessi incide anche l’età media della popolazione italiana. il 23% circa delle persone ha più di sessantacinque anni. Stiamo parlando di soggetti a rischio decesso per coronavirus.
È bene ribadire che stiamo parlando di due fattori plausibili da intendere come strumento di analisi e non come verità assoluta per fare luce sulla situazione.
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